Fellahin by Jon Courtenay Grimwood

Fellahin by Jon Courtenay Grimwood

autore:Jon Courtenay Grimwood [Grimwood, Jon Courtenay]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Zona 42
pubblicato: 2016-10-17T12:34:41+00:00


28

MARTEDÌ 1 MARZO

Un uomo con la barba curata e un fez calcato sulla testa la fissava da un foglio sgualcito. La didascalia sotto di lui annunciò alla ragazzina trasandata con un velo nero, i jeans e le scarpe da tennis d’argento che il figlio maggiore del’Emiro avrebbe cenato alla Domus Aurea e, per rispettare le tradizioni ottomane, sua madre aveva chiesto che tutto il personale di sala fosse composto da sordi e idioti.

Purtroppo trovare persone che avessero queste caratteristiche e, allo stesso tempo, l’esperienza necessaria, era risultato impossibile. Erano state tutte comunque esaminate con cura perché fossero idonee.

Il resto della pagina era altrettanto insipida, i titoli ossequiosi e flebili. Il che probabilmente spiegava perché qualcuno avesse buttato l’El Pays di quel giorno sotto un sedile della carrozza ristorante.

La ragazzina mise giù il giornale, bevve quel che restava del suo caffè e restituì la tazza di plastica al cameriere, anche se per raggiungere il bancone dovette arrampicarsi sul trasportino del gatto. Poi, tanto per essere ordinata, raccolse altre cinque o sei tazze abbandonate e restituì anche quelle.

– Grazie. – L’uomo dietro al bancone sorrise. – Sei così ordinata anche a casa?

Hani fece segno di sì con la testa anche se non era proprio vero. Era Donna a fare le pulizie in cucina alla madrasa, e si arrabbiava se Hani cercava di aiutare. E anche se Khartoum le aveva spiegato che Donna era una di quelle persone che preferivano evitare le intromissioni altrui, non era stato molto d’aiuto, perché zia Nafisa aveva passato anni a dire ad Hani di raccogliere cose, riordinare i suoi giocattoli e, in generale, di tenersi sempre indaffarata e operosa, preferibilmente altrove.

Per cui ormai Hani riordinava d’istinto. Era un’abitudine difficile da perdere.

– Problemi?

– Non proprio, – disse Hani appoggiando l’ultima tazza e facendo un cenno verso la carrozza accanto. – A parte i bagni bloccati e i lavandini sporchi. – Alzò le spalle. – I soliti soldati…

L’uomo la guardò. – L’Ifriqyia ha bisogno di coscritti, – disse facendosi ancora più serio.

Hani sembrava sul punto di contraddirlo ma si limitò ad alzare le spalle di nuovo e a stringersi la hijab intorno alla faccia. – Certo, è vero, – disse, – ma non so quanto abbia bisogno che vomitino nei lavandini…

L’uomo non poté trattenere un sorriso. – Fortunatamente, – disse, – ho un bagno mio.

Hani lo guardò speranzosa.

– È solo per il personale.

La ragazzina continuò a fissarlo e questa volta fu l’uomo a sospirare.

– Da quella parte, – disse indicando una porta bianca. – Non metterci troppo, tra un minuto devo chiudere.

La ragazza che entrò nella carrozza di prima classe indossava occhiali scuri e orecchini pendenti di perla. L’unica nota stonata, a parte il fatto che gli occhiali erano troppo grossi per Hani e che aveva un orecchio sporco di sangue (dove aveva spinto un orecchino attraverso la carne) era il malconcio trasportino di vimini così grande che le sfregava contro la gamba a ogni passo.

Hani colse il suo riflesso nel finestrino, si pulì il sangue con indice e pollice e si sistemò gli occhiali.



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